Con suo decreto 16 aprile 1059 Enrico III imperatore di Germania, concedeva al Vescovo di Padova. il diritto di batter moneta. Non risulta però da nessun documento dove e quando i Vescovi avessero la zecca, come pure non venne mai trovata alcuna moneta di Vescovi padovani. In vecchie carte e contratti del 1200 si parlava sempre di lire veronesi o veneziane. La prima zecca di cui abbiamo sicura notizia venne fondata dalla Repubblica Padovana nel 1271 e sorgeva nella via che si chiamo Mezzocono, ora S. Pietro e che meglio doveva chiamarsi Mezzoconio, e solo nei contratti dopo quell'epoca si comincia a parlare di denari padovani. Nel 1274 la nostra Repubblica abolì e mise fuori corso ogni sorta di monete che non fossero padovane, veronesi o veneziane, e queste due ultime dovette ammetterle dato il grande commercio che c'era tra la nostra città e Venezia e Verona. Divenuti i Carraresi signori di Padova nel 1318, istituirono la loro zecca in un locale nella riviera S. Michele (ora via Tiso da Camposampiero) vicino alla chiesa di S. Michele Arcangelo, e ne diedero la direzione a Pietro da Bovi scultore ed ,architetto. Le monete dei Carraresi si chiamavano carrarini ed erano di bronzo, d'argento e d'oro, e di queste monete, unitamente a quelle della vecchia Repubblica, ne abbiamo una buona raccolta nel nostro Museo civico. Anche in quel tempo c'erano i falsificatori di monete, contro i quali vi erano leggi severissime. Una legge dei Carraresi del 1339 condannava a esser bruciati vivi questi rei ed anche chi spendeva monete false avendone conosciuta la falsità. I cassieri, esattori, orefici, mercanti, ecc., dovevano giurare ogni volta che si cambiava il Podestà che avrebbero spezzate le monete false che fossero pervenute nella loro mani. La zecca di Padova venne abolita nel 1405 quando Padova fu assoggettata alla Repubblica di Venezia, e tutti i contratti da quell'epoca in poi vennero stipulati in lire e ducati di Venezia.
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